Ti devo parlare …

Dite la verità, anche voi, solo a leggere il titolo, il ritmo del vostro cuore ha iniziato ad accelerare, un ricordo flash di una discussione spiacevole è riaffiorato nella vostra mente, forse uno scontro che percepite ancora irrisolto.
Sentite il desiderio di parlare con la o le persone in questione, di risolvere “il problema”, di capire …. Ecc …

Ma è veramente ciò che volete?

Volete veramente risolvere e riappacificarvi, oppure cercate solamente un nuovo scontro, per far emergere e imporre la vostra ragione?

Questo è un punto focale.

La maggior parte delle persone comunica, non per “risolvere” o “capire”, ma solo per imporre all’altro la propria idea/volontà volgendo uno sguardo esclusivamente soggettivo.
L’osservazione oggettiva di una situazione, può aiutare ad ampliare le proprie vedute e capire cosa è soprattutto come “far pace” in primis con se stessi e poi con l’altro.

Vi elenco qui di seguito alcuni spunti di riflessione. Cercate di capire come risuonano in voi e successivamente mi piacerebbe avere un riscontro concreto da parte vostra, per sapere cosa e se vi ha “smosso” qualcosa dentro di voi.

Sapete, parlando nello specifico di conflitti nella coppia, posso dirvi che sono fisiologici: nascono dalla necessità di dover far camminare assieme due personalità opposte, con abitudini, volontà, idee, convinzioni e bisogni diversi.

I momenti in cui fare delle scelte, sono molteplici: dal programma in tv, da cosa mangiare, come gestire i figli, dove andare in vacanza ecc

La differenza sta da come si decide di vivere e gestire il momento del conflitto.

Quest’ultimo può essere propositivo se si trova una strada comune da seguire, o disfattista se lascia sensazioni sgradevoli.

La chiave sta nel capire cosa veramente si vuole e cosa sia possibile in quel momento per il singolo e per la coppia.

Mi permetto di elencare qualche consiglio per portare la comunicazione in un’ottica costruttiva:

  1. Messaggi di apertura: parlare di come si sta in quel momento – evitare di additare/accusare o inveire sull’altro, ma riconoscere il proprio sentimento e comunicarlo . es: “quando ti parlo ho bisogno che mi guardi in viso, altrimenti non mi sento ascoltata/o”.
  2. Evitare critiche e ironie: parlare sempre di se stessi comunicando come oggettivamente stanno le cose, senza fare allusioni, ma esempi concreti.
  3. Ricordare fatti felici e cose che hanno funzionato: ti ricordi quella volta  che quando sono rientrata a casa ero così stanca che hai pensato tu alla cena? In quel momento mi sono sentita accolta e capita. Questa modalità di comunicazione, consente un’apertura mentale e da valore alla persona .
  4. Fare una pausa di silenzio quando si è in collera: parlare quando si è arrabbiati/delusi/amareggiati, non aiuta ad essere obiettivi. E’ consigliabile dire: “In questo momento non sono in grado di parlare. Ho bisogno di stare sulle mie, calmarmi e distrarmi. Quando sarò tranquillo/a e anche tu nuovamente pronto/a, potremmo parlare. Se non si fa così si ottiene solamente il risultato opposto, cioè quello che in neuroscienze è conosciuta come “reazione di attacco e/o fuga” (l’amigdala, che è una parte specifica del nostro cervello, da l’impulso di scappare o di attaccare perché ci si sente minacciati ed in pericolo).
  5. Sotterra l’ascia di guerra e prediligi la pace: lo scontro va bene purché sia costruttivo e non di attacco. Ricorda che quando qualcuno si sente accolto, si ammorbidisce e fa cadere le difese. Evita l’impulsività e prediligi la riflessione.
  6. Valutare entrambe le realtà scrivendole: La verità spesso sta nel mezzo, ed in mancanza di obiettività tutto risulta più confuso. Analizzando bene la situazione senza giudicare, capendo realmente ciò che si vuole, si possono far emergere risorse interne che non si sapeva nemmeno di avere. Entrambi hanno la propria verità e, comunicando con l’intendo di comprendere l’altro, aiuta a dare il giusto spazio a tutti.

Cose importanti da valutare:

Ritagliarsi del tempo per stare assieme condividendo ciò che piace, chiarire le proprie volontà, attuare una comunicazione efficace guardandovi, osservandovi, con l’intento di capire realmente l’altro non con la volontà di “far finire presto la conversazione”, se non si capisce qualcosa, continuare a fare domande fino a che non si arrivi a capire la reale visione dell’altro, senza giudicare.

Affidati a me e creerò un percorso adatto a te, seguendoti stando comodamente seduto davanti al tuo computer.

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Sarò felice di poter essere la tua guida e, se non lo hai ancora fatto, t’invito a leggere anche i miei precedenti post 🙂

Silvia