L’arrivo del secondo figlio: (5/11)

Mamme, prendetevi il tempo che vi serve. Non abbiate fretta di tornare a casa. E’ meglio chiedere di stare un paio di giorni in più fintanto che l’allattamento sia partito bene, piuttosto che tornare a casa prima e ritrovarsi a dover gestire allattamento, adattamenti vari, richieste del primogenito ecc.

Madre natura ci ha dotate di forti capacità adattive e di recupero: in breve tempo siamo fisicamente attive e pronte a tornare alla nostra vita di prima come se nulla fosse.

Dall’altro lato, facciamo fatica a realizzare, che la nostra vita sarà molto diversa.

Soprattutto dopo l’arrivo del secondo figlio, vogliamo tornare a casa il più presto possibile, mettendo da parte la nostra forte necessità di recupero, riposo e adattamento.

Perché succede questo?

Molte donne si sentono “in colpa” nei confronti del primo figlio, perché credono che senza di loro, il bambino possa soffrire e sono propense a pensare che i figli saranno quelli che faticheranno di più.

Vi posso garantire che non è così: con l’avvento di una nuova creatura in famiglia, è naturale che tutti i componenti della famiglia vivano la loro parte del cambiamento a modo loro: sta ai genitori affiancare i figli per accompagnarli attraverso le varie fasi, facendoli sentire protetti e amati, accettando anche i loro momenti di sconforto.

Guardando al cambiamento come ad un’opportunità di crescita, di profondo amore e di miglioramento familiare, sarà più facile attraversare ogni momento che si presenterà.

Volete sapere come fare?

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Datevi l’opportunità di condividere la vostra avventura con me: creerò per voi un percorso adatto alle vostre esigenze. Offro diverse alternative per poterci incontrare, anche online! Vi aspetto!

… e se non lo avete ancora fatto, v’invito a leggere gli articoli precedenti .. troverete molto materiale interessante.

Un abbraccio

Silvia

L’arrivo del secondo figlio: (4/11)

Ben ritrovati cari lettori.

Se non lo avete ancora fatto, v’invito a leggere gli articoli precedenti (troverete i vari link nella pagina in basso).

Ecco a voi il quarto consiglio di undici:

Se al momento del parto, il primo genito dovrà passare due giorni con la nonna, una zia, o un’amica di famiglia, è bene abituarlo per tempo (iniziare già un mese prima) e che le notti vengano passate con serenità. Se invece sarà il papà ad occuparsene, è bene continuare le solite abitudini. Solitamente il papà può prendersi alcuni giorni liberi. È consigliato prenderli il giorno del parto e poi dal giorno in cui mamma e bambino torneranno a casa, perché in ospedale, riceveranno già tutte le cure necessarie.

Ricordo come se fosse oggi, i giorni successivi al mio secondo parto (senza nulla da togliere al primo): eravamo io e la mia bambina come avvolte e unite da una fascia di tempo infinita, danzando assieme in modo delicato, con i nostri tempi, cercando di conoscerci il più possibile, godendo di ogni secondo assieme sole io e lei, ben consapevole che, una volta a casa, avremmo avuto molto meno spazio da condividere.

E così, arrivò il giorno di ricongiungerci con il resto della famiglia… ma questa è un’altra storia :))

E tu? Come hai vissuto l’arrivo del secondo figlio?

Senti il bisogno di sistemare qualche dinamica? Hai osservato che, nonostante molteplici sforzi, provando e riprovando diverse tecniche, non ne vieni a capo?

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Silvia

L’arrivo del secondo figlio: (3/11)

E dopo l’articolo precedente, continuiamo oggi con il terzo consiglio:

Fare in modo che la vostra quotidianità vada avanti nel modo più normale possibile. Se il bambino frequenta una tagesmutter/struttura/nido, è bene che continui ad andarci senza interruzioni. Ha necessità di continuare a vivere normalmente per avere un suo luogo personale, dover potersi divertire e rifugiare, continuando ad avere il suo spazio, mentre mamma e bambino si creano il loro in casa.

Non dovete pensare che il bambino starà meglio a casa con voi.

Non è sconvolgendo le sue abitudini che continuerete ad esserci per lui.

Avrete modo di coinvolgerlo giorno dopo giorno, in ogni momento in cui lui, prima e dopo scuola, sarà con voi: facendo colazione assieme, portandolo a scuola, fermandovi al parco dopo averlo ripreso ecc….

Certo, c’è la variabile “fratello” o “sorella”, e dovrete mettere in conto un periodo di adattamento per tutti, ma non è necessario stravolgere le abitudini: si seguiranno le necessità di tutti come prima, aggiungendo quelle di un nuovo arrivato in famiglia.

Personalmente ho a che fare con genitori tutti i giorni, e mi rendo conto dei pensieri che fanno, i sensi di colpa nei quali vivono, e delle dinamiche che s’instaurano all’interno della famiglia. Con accortezza ed esperienza, tutto si può riallineare: con la giusta guida e una discreta quantità di pazienza, si può arrivare al tanto desiderato equilibrio.

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Silvia

L’arrivo del secondo figlio: terza parte (2/11)

Nel secondo articolo ho citato il primo punto di 11 relativi all’arrivo del secondo genito.

Sono tutta una serie di osservazioni e consigli pratici da poter mettere in pratica subito, così da rendere più dolce l’arrivo del fratellino o sorellina.

Il prossimo punto è il seguente

Quando il bambino nella pancia inizia a farsi sentire bene, fate avvicinare il primo genito, dategli la possibilità di coccolare ed accarezzare la pancia, facendogli appoggiare anche la testa o l’orecchio per far sentire al meglio possibile i movimenti, e parlategli, spiegate cosa c’è li dentro (è consigliabile dire che c’è un bambino molto piccolo che poi vivrà con voi ed avrà bisogno di tante coccole da parte di tutti).

Una cosa comune che succede molto spesso è il pensare che il primo figlio non può capire cosa succederà, perché è piccolo.

Fortunatamente i genitori d’oggi, hanno iniziato ad informarsi di più sull’argomento, ed hanno potuto constatare che, nonostante l’argomento sia molto delicato e per certi versi complesso, detto con le parole giuste, può essere capito anche dai bambini. E vi dirò di più: minore è l’età del bambino e maggiore sarà la sua percezione emozionale delle cose.

Il mio consiglio da educatrice, coach nonché mamma, è d’informare al meglio il primo genito, nel modo più naturale semplice e comprensibile per lui.

Mi occupo di educazione da moltissimi anni e mi ritrovo tutti i giorni ad affrontare colloqui con le famiglie, al fine di aiutarle a gestire al meglio la quotidianità. Lo sappiamo tutti che si tratta di dinamiche familiari molto delicate, ed è per questo che la cosa migliore da fare è affrontarle ed analizzarle assieme ad una persona esterna alla famiglia, che abbia accumulato un’esperienza tale da poter indirizzare i genitori sulla strada migliore per loro.

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Silvia

L’arrivo del secondo figlio: seconda parte (1/11)

Nell’articolo precedente (https://www.silviamartinello.it/2021/08/23/larrivo-del-secondo-figlio-prima-parte/), vi ho accennato di cosa accade quando è in arrivo il secondo figlio, con la promessa di darvi alcuni suggerimenti da poter mettere in pratica fin da subito, per rendere più dolce l’arrivo del secondo genito.

Primo punto:

E’ consigliato parlare al bambino, della gravidanza, solo nel momento in cui la pancia inizia ad essere ben visibile. È difficile per lui capire il concetto dell’arrivo di un’altra creatura non potendola vedere. Nel frattempo, potete far notare al bambino tutte le famiglie nelle quali compaiono almeno 2 figli.

Ricordo quando aspettavo la seconda bimba. Quante emozioni che provavo! E quanti timori avevo per il mio primo bimbo!

Aveva 3 anni e 5 mesi quand’è venuta al mondo la sua sorellina. Aveva passato gli ultimi mesi della gravidanza (la mia pancia era già ben visibile alla fine del quarto mese), a gravitarmi attorno, osservandomi da lontano e man mano che la pancia s’ingrandiva, lui si faceva sempre più presente: mi faceva capire in tutti i modi che non riusciva a realizzare cosa mi stesse succedendo del perché il mio corpo stava subendo questa trasformazione. E’ stato li che ho iniziato a parlargli ed spiegargli in modo trasparente cosa stesse capitando, senza timori e in risonanza con ciò che provavo, mettendo da parte le preoccupazioni, spostando l’attenzione verso l’intenzione di rispondere a tutti i sui perché.

Quando poi è arrivato il momento del loro primo incontro, ero così emozionata! Lui è entrato, ha visto questa mini creatura e d’istinto l’ha toccata, accarezzata dolcemente e subito dopo mi ha guardato facendomi un grandissimo sorriso di gioia: aveva finalmente visto dal vivo chi, per tanti mesi, aveva occupato il mio corpo, e si è rilassato.

Mi occupo di educazione infantile da molti anni. Affronto tutti i giorni colloqui con i genitori sulle varie tematiche familiari che s’instaurano con l’arrivo dei figli. Capisco pienamente le emozioni che si provano, e dove portano.

Grazie ad una consulenza personalizzata, sono in grado di guidarti alla scoperta di un nuovo modo per essere genitore, acquisendo strumenti efficaci e duraturi nel tempo. Scrivimi un messaggio whatsapp per prendere un appuntamento telefonico senza impegno. Troverai i miei riferimenti nella sezione contatti.

Un abbraccio e arrivederci al prossimo articolo!

Silvia

L’arrivo del secondo figlio: prima parte

Oggi vorrei introdurre un argomento molto delicato: l’arrivo del secondo genito.

Quando sta per arrivare un altro figlio, i genitori sono al settimo cielo mentre per il primo figlio, soprattutto se ha tra i 2 ed i 5 anni, viene considerato un ostacolo perché mai vorrebbe dividere l’amore e l’attenzione dei genitori, con un altro bambino!

Per i genitori è gioia pura, l’amore raddoppia, arriva un fratellino con cui giocare assieme, ma per il primogenito rimane sempre un impiccio.

Quando un genitore dice al bambino: ”Amore, arriverà un fratellino così potrete giocare assieme!” oppure “Amore, non vediamo l’ora di avere un altro figlio meraviglioso come te!”, è come se il marito dicesse alla moglie:” Tesoro, ho intenzione di prendere un’altra moglie, così potrete dividervi i mestieri di casa” oppure” Amore! Non vedo l’ora di avere un’altra moglie meravigliosa come te!, o viceversa la moglie che dice al marito: ”Amore, ho intenzione di prendere un altro marito, così può aiutarti nelle tue attività giornaliere” oppure ”Tesoro, Non vedo l’ora di avere un altro marito meraviglioso come te!!

Credo che tutti, dopo aver letto questi esempi, abbiano sgranato gli occhi e siano andati in affanno 😛

Questi sono solo alcuni esempi di frasi che i genitori, inconsapevolmente, passano al primo genito convinti che lui provi le stesse emozioni di amore puro che provano gli adulti. Ma non è così. E vi do un consiglio: quando parlate al primo genito, dell’arrivo del secondo, Ricordatevi SEMPRE di pensare bene a ciò che volete dirgli, ma come se lo diceste a voi stessi.

Nei prossimi articoli vi darò dei suggerimenti per poter rendere più dolce e meno impattante per vostro figlio, l’arrivo del secondo genito.

Mi occupo di educazione da moltissimi anni ed oltre a questo sono anche mamma. Affronto tutti i giorni le dinamiche familiari che s’instaurano tra fratelli e non solo, quindi posso capire le varie situazioni nonché le emozioni che i genitori provano.

Per una consulenza personalizzata, scrivimi un messaggio whatsapp per prendere un appuntamento telefonico senza impegno. Troverai i miei riferimenti nella sezione contatti.

Non fare finta di nulla dicendoti che passerà. Acquisisci gli strumenti giusti per affrontare al meglio le varie situazioni.

Un abbraccio e arrivederci al prossimo articolo!

Silvia

Ti senti in sintonia con te stesso?

Se veramente vuoi fare o insegnare qualcosa a qualcuno, una delle cose importanti da fare o meglio, sentire, è essere a tuo agio.

Hai mai notato che, appena inizi ad essere titubante, o ad avere qualche pensiero che ostacola ciò che vuoi fare, automaticamente si creano delle interferenze tra il tuo sentire e l’azione?

Ti faccio un esempio.

Quando la sera, fisso la sveglia delle 5 per andare a correre il giorno dopo, sono tutt’uno con il volermi alzare per praticare sport e, immancabilmente, quando nel bel mezzo del sonno suona, il mio primo pensiero, fino a poco tempo fa era: ”Ho sonno! Ma chi me lo fa fare!”

In quell’esatto momento, veniva a crearsi un’interferenza tra ciò che volevo fare e l’azione stessa.

Nel tempo ho imparato a riconoscere questo schema ed a cambiarlo, facendo in modo di avere l’attenzione rivolta al benessere che percepisco tutte le volte che esco ad allenarmi, piuttosto che sulla stanchezza che provo nel momento in cui suona la sveglia.

Da quel momento, la sensazione che ho al momento del risveglio, non è più ostacolante ma bensì complice di ciò che sto andando a fare.

Questo è un esempio di sintonia tra il proprio volere e l’azione.

C’è da dire che nell’indecisione, le persone tengono a rimanere ferme su ciò che già conoscono per paura di sbagliare o danneggiarsi. Nella maggior parte dei casi, questo accade a causa di influenze esterne che non ti permettono di agire verso ciò che vuoi realmente.

Quante coppie rimangono assieme perché “chissà cosa direbbero gli altri” o perché, invece di guardare alle cose pratiche, si ostacolano con pensieri inibitori, atti a non cambiare la situazione che si sta vivendo, perché sono spaventate!

Quando invece agisci in sintonia con te stesso, senza limitarti con pensieri inibitori, ti senti fluire ed il tuo agire diventa tutt’uno con il tuo pensiero.

Quand’è stata l’ultima volta che hai provato questa sensazione?

Scrivimi per prendere un appuntamento telefonico per parlare e capire la tua situazione, al fine di creare un percorso adatto a te. Troverai i miei riferimenti nella sezione contatti.

Un abbraccio

Silvia

Ti piace viaggiare?

Non ci sarà mail una situazione, una persona o un viaggio perfetto, ma puoi orientarti su ciò che sei facendo in modo di rendere la tua vita adatta a te ♥️

Come puoi farlo?

Esplorando ciò che hai dentro, con sguardo osservatore e consapevole.

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Silvia

Trasformati in ciò che sei

Trasformati in ciò che sei è il mio motto e non smetterò mai di ripeterlo: ritrovare la tua vera essenza, connetterti al tuo vero essere, è il punto di partenza per sintonizzarsi con tutto ciò che ti circonda.

Ci tengo molto a guidare le persone in questo percorso.

Togliendo le storie che ti racconti, partendo da ciò che sei, potrai cominciare a costruire il tuo presente in modo genuino, concreto e coerente a te ed alle tue capacità.

Saprai sempre scegliere la cosa giusta, diventerai la tua stessa guida ed il tuo intuito diventerà il tuo miglior alleato.

T’interessa ritrovarti?

Scrivimi, sarò felice di accompagnarti in questo percorso di pura chiarezza.

Con affetto
Silvia

Un mondo fantastico? No, è reale

I bambini, quando nascono, sono come un foglio bianco, pronto per essere riempito di nozioni, esperienze, colori, evoluzioni, emozioni.

Ogni attimo è come un sottile implementazione di ciò che hanno appreso un momento prima.

Si muovono ed interagiscono con il mondo, alla ricerca di conoscenza, per ampliare e vedere nuovi orizzonti.

Il gioco destrutturato per esempio è un ottimo alleato, per dare al bambino carta bianca rispetto ad una esperienza: l’adulto si limita ad osservare, mentre lui “lavora”. Vi accorgerete ben presto che il bambino è un essere vivente capace e competente in ciò che fa e, gradualmente, arriva sempre alla conoscenza delle cose.

Intervenire esternamente in un processo mentale e fisico è necessario in una situazione di vero pericolo, altrimenti si creano solo interferenze nell’acquisizione di nuove competenze.

È come quando da piccoli s’impara ad andare in bicicletta o sui pattini: è solo nel momento in cui il bambino, a forza di prove e tentativi, fa l’esperienza di pedalare o di pattinare in autonomia, che raggiungerà una completa acquisizione dell’esperienza.

L’adulto spesso dimentica com’è riuscito a “diventare grande” intervenendo sul bambino con la scusa di aiutarlo “perché non è capace” e facendo le cose al posto suo.

Quanti genitori si sono rivolti a me perché non riuscivano più a “stare dietro” ai loro figli! Pretendevano che, siccome avevano 5 – 6 – 7 anni, dovevano mettersi ed allacciarsi le scarpe o vestirsi da soli quando, fino al giorno prima, erano stati proprio loro a sostituirsi costantemente ai bambini!

Questo articolo ha lo scopo di farti capire che, sia da piccoli che da grandi, per acquisire delle capacità, bisogna lavorare in autonomia partendo dal proprio bagaglio d’esperienza, senza che l’esterno interferisca con il nostro modo di essere.

Il mio lavoro è quello di aiutarti a vedere e ad orientarti verso te stesso, capendo la tua reale struttura interna, cominciando ad implementarla senza interferenze.

Scrivimi, troverai i miei riferimenti nella sezione contatti.

Sarò felice di aiutarti.

Con affetto

Silvia