Il bambino … radiante

Chi di voi conosce Haring? Io non ho nessun tipo di conoscenza artistica, ma quando mi hanno parlato di quest’opera e del suo significato, ne sono rimasta affascinata.

Questo simbolo raffigura un neonato a quattro zampe, con linee di energia che si irradiano dal corpo. È un disegno dai tratti semplici, un’opera che se stampata in bianco e nero su un foglio, un bambino può provare a dipingerla e/o colorarla ed è molto facile da riprodurre: tanto semplice quanto carica di significato.

Per Haring era “il simbolo più positivo della vita”, e lo usava anche come firma, mettendolo spesso vicino al suo nome.

Ciò che quest’opera rappresenta è purezza ed innocenza assieme, e quindi l’essenza più pura dell’essere umano; le linee che irradiano attorno al corpo del bambino simboleggiano energia, luce e potere vitale. Per Haring, il bambino era una figura quasi sacra, potente nella sua semplicità.

In un senso più profondo quest’opera rappresenta la rinascita spirituale, il ritorno all’essenza originaria dell’essere, all’importanza dell’infanzia ed al rispetto della vita.

Per questo ho deciso di appenderla nella sala d’attesa del mio studio!!! (Quando verrete a trovarmi potrete ammirarne la bellezza).

Vi starete chiedendo il motivo per cui ho fatto un preambolo così denso e dettagliato di quest’opera … ebbene, volevo portare la vostra attenzione alla cura e all’amore che siamo tanto abituati a dare all’esterno di noi, mentre siamo quasi incapaci di proiettare attenzione, cura rispetto ed amore, in primis, verso noi stessi.

Ci viene insegnato che per stare bene bisogna aiutare il prossimo, ma non ci insegnano che prima di poter nutrire qualcun altro, dobbiamo essere sazi noi.

Un po’ come voler versare un bicchiere d’acqua da una caraffa vuota oppure offrire un pezzo di pane da un cestino vuoto …. Non è ovviamente possibile.

Come si può uscire da questa idea distorta della relazione d’aiuto?  

Il concetto è tanto semplice quanto difficile da applicare ma non impossibile: ci vuole solo allenamento. Prima di tutto riconoscere il proprio valore così da riempire la propria brocca o il proprio cestino: spesso, dietro il bisogno di aiutare gli altri e quello di proiettare l’attenzione all’esterno, c’è l’intento di evitare il proprio mondo, non riconoscendo dove si ha necessità di migliorarsi, di evolvere e di fare “pace”. In secondo luogo si ha timore di essere giudicati e disprezzati.

È qui che far emergere il coraggio di “sentire” ciò che si vuole, aprendo gli occhi in modo onesto e sincero verso noi stessi, può dare una svolta importante e significativa nella propria vita.

Il meglio che puoi fare è scegliere di essere completamente TE, smettendo di tenere in piedi e convalidare il punto di vista degli altri su di te.

Quali possibilità puoi scegliere ora per nutrire davvero te stesso/a?

Con gratitudine

Silvia

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La responsabilità delle proprie scelte con esercizio di Mindfulness

Cosa vuol dire per te prenderti la responsabilità delle tue azioni?

È importante riconoscere che siamo noi gli artefici delle nostre scelte e che ogni decisione ha delle conseguenze. Ciò è un grande atto d’amore fatto, in primis, verso di noi. Questo atto di consapevolezza non solo ci permette di crescere, ma ci libera dal vittimismo e ci aiuta a sviluppare una maggiore fiducia in noi stessi. Ci aiuta ad allenarci per divenire sempre più integri e consapevoli in ogni istante della nostra vita.

Spesso, ci ritroviamo a prendere decisioni non dettate dal nostro vero sentire, ma da influenze esterne: aspettative familiari, pressioni sociali, paure, credenze limitanti.

Per distinguere tra una scelta autentica e una dettata da fattori esterni, è essenziale imparare ad ascoltare il nostro corpo. Ogni emozione si manifesta a livello somatico: una decisione autentica può portare un senso di espansione e leggerezza, mentre una scelta imposta genera tensione, pesantezza o disagio.

Un aspetto fondamentale della crescita personale è coltivare questa consapevolezza corporea. Quando impariamo a riconoscere i segnali del nostro corpo, possiamo prendere decisioni più allineate con il nostro benessere e il nostro percorso di vita. Questo significa anche accettare che alcune scelte richiedono coraggio e che il cammino autentico potrebbe risultare scomodo, ma senz’altro ci può condurre verso una sempre più presente una crescita reale.

Vi do ora un breve esercizio di Mindfulness per riconnettervi al vostro nucleo.

Esercizio di Mindfulness:

1. Trova un posto tranquillo e siediti comodamente.

2. Chiudi gli occhi e porta l’attenzione al respiro, senza modificarlo. Nota semplicemente il ventre che si alza e si abbassa ad ogni inspirazione e ad ogni espirazione.

3. Porta alla mente una decisione che devi prendere o che hai preso di recente.

4. Osserva cosa accade nel tuo corpo: ci sono tensioni? Senti espansione o chiusura? Il respiro è fluido o bloccato?

5. Rimani in ascolto per qualche minuto, senza giudicare ciò che emerge.

6. Quando ti senti pronto, riapri gli occhi e rifletti su ciò che hai percepito.

Prendersi la responsabilità della propria vita significa anche concedersi il tempo di ascoltarsi profondamente, di regalarsi spazi autentici di riflessione e di stare da soli con il proprio se, staccando la spina dal mondo esterno, imparando a distinguere ciò che è un vero contributo per noi, da ciò che invece ci allontana.

Con affetto e gratitudine

Silvia

Assenza di giudizio

Una configurazione particolarmente importante nell’ascolto di se e degli altri è l’assenza di #giudizio. Nel mio lavoro di educatrice e di coach è un aspetto fondamentale per captare la parte oggettiva sia nell’ascolto sia nell’osservazione di una persona. Quando questo avviene, la nostra #comunicazione risulta ancora più efficace, ed il nostro osservare/ascoltare diventa maggiormente profondo. Ricordo che tempo fa venne da me Chiara, una ragazza di circa 30 anni completamente in crisi a livello professionale. Si trovava in balia di emozioni contrastanti: si era laureata in economia e commercio per rilevare un giorno lo studio del padre commercialista, (perché la sua famiglia aveva deciso questo per lei), ma in realtà aveva sempre desiderato occuparsi di mediazione familiare. Dentro di se non si dava pace! A causa delle influenze e dai #giudizi che continuavano a provenire dall’esterno, si era quasi convinta che il lavoro per il quale aveva studiato, era l’unica cosa che sapesse e desiderasse fare. Ma c’era quella voce interna che continuava a suggerirle di dare una svolta alla sua vita, scegliendo un percorso diverso, per svolgere ciò che aveva sempre voluto. Dopo pochi incontri questo lato di lei ormai assopito, dimenticato, abbandonato in un angolo, emerse più forte che mai. Chiara smise di dare importanza ai giudizi degli altri, soprattutto a quelli della sua famiglia, continuò a lavorare nello studio del padre fino a quando non riuscì ad intraprendere la strada per esercitare come mediatrice familiare, e rifiorì in tutto il suo splendore. La cosa importante è che, smettendo di dare importanza al giudizio, Chiara smise automaticamente di sentirsi inadeguata e non all’altezza, facendo emergere la sua forza e la sua #determinazione nel conseguire il suo #obiettivo 😊 Se anche tu come Chiara, senti il peso del giudizio degli altri, ed hai bisogno di far chiarezza dentro di te, scrivimi! Ti guiderò per capire il tuo obiettivo reale e come conseguirlo. Troverai i miei riferimenti nella sezione contatti https://www.silviamartinello.it/contatti/ Silvia https://www.silviamartinello.it/chi-sono/