Pronto? Ci sei? Sentire vs ascoltare

Fai una domanda e poi? Ascolti davvero la risposta?”

Hai mai notato che la maggior parte delle persone ti fa domande, ma non ascolta realmente la risposta? La sente si, ma tra “sentire” ed “ascoltare” c’è un abisso.

Ogni tanto verrebbe da pensare di essere circondati da persone che vivono di automatismi, da disinteressati.

Ma la verità è forse ancora più sottile: le persone non sono davvero presenti, e quindi non sono nemmeno davvero interessate a sentire la tua risposta.

Quante volte ti è successo?

Ti chiedono “Come stai?” e mentre inizi a rispondere, l’altro guarda il telefono, cambia argomento o inizia a parlarti di sé. Ti lascia con quella sensazione fastidiosa: perché chiedere, se poi non ascolti?

Perché facciamo domande senza ascoltare?

Nel nostro mondo frenetico, fare domande è diventato un gesto automatico.

È una forma di cortesia, un’abitudine. Ma ascoltare… ascoltare richiede tempo, presenza, attenzione.

E questo spesso manca.

E non manca solo verso gli altri, ma anche verso se stessi: meglio silenziare il proprio sentire e credere che così facendo, si possa evitare di soffrire, piuttosto che riconoscere dove meritiamo più amore ed attenzione.

Spesso le persone sono distratte, stanche, sovraccariche di stimoli. Fanno la domanda giusta per educazione, ma sono già con la mente altrove. Non perché siano cattive. Perché sono scollegate da sé stesse. E quando non siamo connessi a noi, difficilmente possiamo esserlo con gli altri.

Quando non veniamo ascoltati, ci sentiamo invisibili non visti, non accolti e questo, giorno dopo giorno, erode le relazioni, abbassa la fiducia, crea distanza. Ci si chiude, si smette di condividere. Si smette di fidarsi.

Eppure, tutti noi desideriamo essere ascoltati. Tutti vogliamo essere capiti, anche solo un po’ ma, di contro, la paura di scoprirci ed ascoltarci, ci avvicina di più a situazioni mediocri e superficiali.

L’ascolto vero è una rivoluzione silenziosa, rara. È una forma d’amore oltre che una forma di presenza profonda.

Ascoltare davvero significa guardare negli occhi. Fare silenzio dentro di sé. Non interrompere, ascoltare per capire non solo per rispondere, evitare di fare deduzioni o proiezioni sull’altro. Esserci, semplicemente senza voler “aggiustare” l’altro.

L’ascolto attivo è questo: presenza, empatia, accoglienza.

Detto questo, cosa possiamo fare per migliorare questo aspetto di noi? 

Possiamo essere quella persona che ascolta davvero. Quella che, quando chiede “Come stai?”, si ferma. Respira. Ascolta.

Ascoltare è un atto piccolo, ma potente. Porta guarigione. Crea connessione. Fa sentire l’altro importante, visto, vivo, accolto, protetto.

La prossima volta che fai una domanda, fermati un istante. Lascia il telefono. Respira. Guarda la persona che hai di fronte, dritta negli occhi, osserva le sue espressioni, il tono di voce, come si muove e tutto ciò che va oltre le parole.

Potresti essere l’unica persona che oggi, l’ha ascoltata davvero.

E tu? Ti senti ascoltato/a?

Un abbraccio sincero

Silvia

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Momenti

Ci sono momenti di piena, nei quali l’unica maniera per rimanere integri è farsi travolgere, trasportare, guidare da ciò che ti circonda.

E se invece di resistere, scegliessi di ricevere?

Che dono sta cercando di consegnarti questa corrente?

Ci sono momenti di riflessione, nei quali l’unica soluzione possibile è la calma, camminare a passo lento, agire osservando ogni movimento, vivendo il tempo presente, ascoltando interamente il corpo, respirando.

Chi sei quando smetti di correre?

Quante risposte emergono nel silenzio che non osi mai abitare?

Ci sono momenti bui dove l’unica cosa che senti sono le lacrime che scendono dagli occhi, i singhiozzi che partono dalla pancia, le parole soffocate che escono sotto forma di suoni; l’unica cosa che vedi invece, sono confini annebbiati, orizzonti incerti.

E se il buio non fosse contro di te, ma per te?

Quale nuova consapevolezza può nascere dall’ombra?

Ci sono momenti di luce dove l’unica cosa che senti è la rilassatezza nel corpo, orizzonti infiniti, confini lontani dove tutto è possibile. Quello che vedi invece, è la bellezza che ti circonda, i sorrisi, i colori, l’aria che come luce entra nei tuoi polmoni e ti nutre.

E se questa fosse la tua vera natura?

Quanto potresti espanderti se scegliessi di viverla ogni giorno?

Ci sono momenti in cui ti senti tutt’uno con la natura, con tutto ciò che ti circonda.

Dove finisci tu e dove inizia il mondo?

Sei forse parte di qualcosa di infinitamente più grande di quanto credi?

Quello che accomuna tutti questi momenti è l’integrità che abita nel corpo. È il senso di appartenenza e di possibilità che senti dentro. È l’energia del tuo essere che ti ricorda che non sei mai rotto, solo in trasformazione.

Quando vai in frantumi, piano piano i pezzi si ricompongono, donando nuova forma alla tua struttura, a ciò che sei.

Non sei qui per restare intatto. Sei qui per espanderti.

Chi saresti se non dovessi più trattenere nulla?

Quando vai in frantumi, non è la fine, è solo il suono della tua forma che cambia. Ogni crepa diventa spiraglio, opportunità e ogni frammento, un seme.

Non sei nato per restare integro, ma per danzare con le metamorfosi.

Non per essere perfetto, ma per essere vero.

Chi saresti, se smettessi di trattenere le lacrime, i sogni, la tua voce, il tuo voglio?

E se il buio fosse solo un invito a brillare da dentro?

Ascolta: ogni momento è un portale, una soglia silenziosa che si apre quando scegli te.

La scelta è la chiave che apre tutte le porte.

Quanto spazio nel mondo potresti occupare, se non ti restringessi mai più?

E se adesso, proprio ora, tutto fosse possibile

oltre le definizioni, oltre le cicatrici, oltre il tempo?

Respira.

Tu sei l’inizio che stavi aspettando, proprio qui e proprio ora.

Ricomincia da te

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Con gratitudine

Silvia

Passato presente e futuro

E tu? In quale lasso temporale ti trovi?

Stare nel presente significa vivere pienamente ciò che stai facendo ora. Eppure, quante volte ci capita di rimanere incastrati nei pensieri su ciò che è stato o su ciò che potrebbe accadere o essere?

In quei momenti perdiamo il contatto con l’unica cosa che esiste davvero: l’adesso.

Uno dei concetti fondamentali che ho imparato – e che trasmetto nel mio lavoro di coaching e attraverso la meditazione Mindfulness – è la connessione con il corpo nel qui ed ora. Quando siamo radicati nel presente, il corpo ci restituisce una percezione chiara di equilibrio e centratura. È proprio da lì che nasce una presenza autentica, accompagnata da una chiarezza mentale sorprendente.

Ma quando portiamo nel presente le energie del passato – ferite, paure, aspettative – ci ritroviamo a vivere su frequenze che non appartengono più a questo momento. Finisce così che reagiamo alle esperienze attuali con filtri vecchi, costruendo un’identità basata su ciò che è stato, non su ciò che è.

Il pensiero crea la realtà, non il contrario. Una persona o una situazione può deluderci oggi, ma domani potrebbe arrivare qualcosa di straordinario. Tuttavia, se restiamo aggrappati alle esperienze negative passate, rischiamo di svalutare ciò che di bello sta accadendo ora, o addirittura di temerlo.

È il corpo, non la mente, a dirti con chiarezza se qualcosa è leggero o pesante. È un fatto scientifico: la mente interviene una frazione di secondo dopo rispetto alla sensazione corporea. Ecco perché imparare ad ascoltare il corpo è fondamentale per vivere con autenticità coerenza e presenza.

Il progresso personale non è una linea retta. A volte è necessario fare due passi indietro per prendere la rincorsa e slanciarsi in avanti. Fa tutto parte del processo, non è un fallimento.

E tu, dove sei? Nel passato che trattiene, nel futuro che inquieta, o nel presente che ti dà potere dove puoi sentirti potente ed integro?

Ogni momento è un’opportunità per rientrare nel corpo, ascoltarti davvero e scegliere con reale presenza, perché solo nel presente puoi trovare la via che conduce a te stesso.

Sei tu a creare la tua vita, momento per momento. E se potessi scegliere qualcosa di completamente diverso proprio adesso?

Scegli di esplorare le infinite possibilità che hai.

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Con gratitudine

Silvia

L’arte di amare senza possedere

“In alto è un posto bellissimo”

Viviamo in un mondo in cui il concetto di amore è spesso confuso con il bisogno. Si parla di relazioni, ma si pratica il possesso. Si chiama amore ciò che in realtà è dipendenza, paura dell’abbandono, necessità di colmare un vuoto interiore.

In nome dell’amore si trattiene, si controlla, si chiede all’altro di restare anche quando il cuore ha già smesso di danzare. Ma questo non è amore. Questo è ego travestito da sentimento. È il bisogno disperato di conferme, l’incapacità di stare soli, la convinzione che l’altro debba riempire ciò che, in verità, solo noi possiamo colmare.

L’amore vero, quello incondizionato, vola alto. Non si nutre di aspettative, non ha bisogno di catene. L’amore è libertà. È la gioia di condividere il proprio mondo con qualcuno senza pretese, senza paura né vergogna alcuna. È uno spazio sacro in cui ogni parte di te viene accolta e rispettata, e lo stesso vale per l’altro.

“Amare significa donare senza aspettarsi nulla in cambio.”

— Osho

Ma per poter vivere davvero un amore così, serve prima un’intimità profonda con se stessi. Serve la cura. E, la prima persona da amare, da custodire, da ascoltare… sei tu. Solo quando impari ad accogliere te stessə, con le tue fragilità e le tue meraviglie, potrai accogliere l’altræ senza volerne fare un’estensione del tuo bisogno.

L’intelligenza emotiva ci insegna che una relazione sana, nasce quando entrambi i partner sono consapevoli delle proprie emozioni, sanno comunicarle in modo autentico e sanno prendersi la responsabilità del proprio mondo interiore. Non è l’altro a farti felice. Sei tu che scegli la felicità, e l’altro la riflette.

Si ma .. quando questo non avviene o non si è in grado di manifestarlo, come si fa?

Ricevo spesso questo genere di domande nelle mie consulenze e quello che consiglio sempre di fare, è di rimanere in connessione con se stessi in un profondo ascolto, abbassando le barriere lasciando ogni paura fuori dalla stanza. Piangere, ridere, parlare con chi scegli di avere accanto, comunicare ciò che si ha dentro, senza veli, avendo cura di non ferire se stessi e l’altro, è il primo passo verso la libertà, verso il tanto agognato amor proprio ed amore incondizionato.

“Chi sei oggi che non stai riconoscendo? E quanto amore potresti ricevere se ti permettessi di essere davvero te stessə?”

— Access Consciousness

L’amore non è sacrificio, è scelta. È presenza. È dire: “Io sono qui perché lo voglio, non perché devo.” È la capacità di lasciare andare, anche quando l’ego urla di trattenere.

“Ama, ma non diventare una prigione per l’altro. Ama, ma non cominciare a tirare catene. Ama, ma ricorda: l’amore dà libertà.”

— Osho

E se imparassimo ad amare così? Se ogni relazione fosse un incontro di anime libere, che camminano insieme per scelta e non per bisogno?

Forse, allora, sapremmo davvero cosa significa amare.

E per te, cosa significa amare in modo incondizionato? Hai mai vissuto un amore così libero?

Condividi la tua esperienza assieme a me, scrivendomi su whatsapp: posso creare degli articoli su misura con la tua esperienza, cosicché tue parole siano fonte d’ispirazione per chi le leggerà.

Con amore,

Silvia – Coach emozionale e Facilitatrice del Benessere

La responsabilità delle proprie scelte con esercizio di Mindfulness

Cosa vuol dire per te prenderti la responsabilità delle tue azioni?

È importante riconoscere che siamo noi gli artefici delle nostre scelte e che ogni decisione ha delle conseguenze. Ciò è un grande atto d’amore fatto, in primis, verso di noi. Questo atto di consapevolezza non solo ci permette di crescere, ma ci libera dal vittimismo e ci aiuta a sviluppare una maggiore fiducia in noi stessi. Ci aiuta ad allenarci per divenire sempre più integri e consapevoli in ogni istante della nostra vita.

Spesso, ci ritroviamo a prendere decisioni non dettate dal nostro vero sentire, ma da influenze esterne: aspettative familiari, pressioni sociali, paure, credenze limitanti.

Per distinguere tra una scelta autentica e una dettata da fattori esterni, è essenziale imparare ad ascoltare il nostro corpo. Ogni emozione si manifesta a livello somatico: una decisione autentica può portare un senso di espansione e leggerezza, mentre una scelta imposta genera tensione, pesantezza o disagio.

Un aspetto fondamentale della crescita personale è coltivare questa consapevolezza corporea. Quando impariamo a riconoscere i segnali del nostro corpo, possiamo prendere decisioni più allineate con il nostro benessere e il nostro percorso di vita. Questo significa anche accettare che alcune scelte richiedono coraggio e che il cammino autentico potrebbe risultare scomodo, ma senz’altro ci può condurre verso una sempre più presente una crescita reale.

Vi do ora un breve esercizio di Mindfulness per riconnettervi al vostro nucleo.

Esercizio di Mindfulness:

1. Trova un posto tranquillo e siediti comodamente.

2. Chiudi gli occhi e porta l’attenzione al respiro, senza modificarlo. Nota semplicemente il ventre che si alza e si abbassa ad ogni inspirazione e ad ogni espirazione.

3. Porta alla mente una decisione che devi prendere o che hai preso di recente.

4. Osserva cosa accade nel tuo corpo: ci sono tensioni? Senti espansione o chiusura? Il respiro è fluido o bloccato?

5. Rimani in ascolto per qualche minuto, senza giudicare ciò che emerge.

6. Quando ti senti pronto, riapri gli occhi e rifletti su ciò che hai percepito.

Prendersi la responsabilità della propria vita significa anche concedersi il tempo di ascoltarsi profondamente, di regalarsi spazi autentici di riflessione e di stare da soli con il proprio se, staccando la spina dal mondo esterno, imparando a distinguere ciò che è un vero contributo per noi, da ciò che invece ci allontana.

Con affetto e gratitudine

Silvia

Che tipo di educatore sei?

Tempo fa è partito il mio progetto Educarsi per educare, un percorso nato come un vero e proprio laboratorio emozionale genitoriale, atto a creare nuove connessioni interne, cosi da potersi sintonizzare al meglio con il proprio SE interiore facendo crollare uno ad uno tutti i bias cognitivi creati negli anni.

Quante volte vi sarete chiesti ma perché questa cosa non riesco a farla? Perché mio figlio non mi ascolta? Da dove verrà il problema? Dove sbaglio?

In questo nostro e personale spazio dedicato principalmente a voi genitori ed educatori, ci potremmo confrontare su molti aspetti emozionali ed educativi (di adulti e bambini).


Vi darò strumenti pratici e concreti per trovare la giusta direzione da prendere e regalarvi quindi benefici tangibili per proseguire finalmente in armonia nella vita personale e familiare.

Il corso si può frequentare online o in presenza .. a voi la scelta! Scrivetemi un whataspp direttamente da questo sito. Troverete l’icona qui sotto.

Un abbraccio

Silvia