La strada che percorri

Sarà la strada giusta?

Quante volte te lo sei chiesto, spesso in silenzio, quando la vita ti ha mostrato una scelta, un bivio, un cambiamento.

Ma poi … giusta per cosa?

Per chi?

Questa domanda, se ti fermi davvero ad ascoltarla, ha il potere di farti rientrare in te.

Non c’è una risposta unica, valida per tutti.

Ogni strada ha un valore, quella che lasci, che scegli, che ripercorri e che cambi.

Perché è solo camminando, passo dopo passo, mettendo un piede davanti all’altro, che puoi scoprire cosa ti appartiene e cosa invece ti sei portato dietro per abitudine, per compiacere, per paura.

È solo attraversando i paesaggi — quelli della vita e quelli interiori — che inizi a sentire davvero cosa ti nutre e cosa no.

Non puoi scegliere in modo consapevole se non hai provato un’esperienza sulla tua pelle.

Che consapevolezza puoi avere oggi che cambierebbe tutto, se solo la scegliessi?

Se non dovessi giudicarti mai più, che strada ti sentiresti libero di percorrere?

A volte si tratta solo di concedersi il permesso di esplorare.

Altre volte, di lasciar andare.

Ogni direzione che hai preso finora ha portato un messaggio e ogni deviazione ha svelato qualcosa in più di te.

E forse, proprio in questo continuo sentire e scegliere, si nasconde la vera “strada giusta”: quella che cambia mentre tu cambi, quella che ti assomiglia ogni giorno di più.

🌿 Se senti che è il momento di tornare in contatto con te, il corpo e il tuo sentire, ti aspetto in studio, per accompagnarti con strumenti di ascolto profondo e trattamenti pensati per riportarti al centro.

✨ Ogni sessione è uno spazio dove ritrovare la tua direzione. Ti aspetto.

Con presenza

Silvia

Pronto? Ci sei? Sentire vs ascoltare

Fai una domanda e poi? Ascolti davvero la risposta?”

Hai mai notato che la maggior parte delle persone ti fa domande, ma non ascolta realmente la risposta? La sente si, ma tra “sentire” ed “ascoltare” c’è un abisso.

Ogni tanto verrebbe da pensare di essere circondati da persone che vivono di automatismi, da disinteressati.

Ma la verità è forse ancora più sottile: le persone non sono davvero presenti, e quindi non sono nemmeno davvero interessate a sentire la tua risposta.

Quante volte ti è successo?

Ti chiedono “Come stai?” e mentre inizi a rispondere, l’altro guarda il telefono, cambia argomento o inizia a parlarti di sé. Ti lascia con quella sensazione fastidiosa: perché chiedere, se poi non ascolti?

Perché facciamo domande senza ascoltare?

Nel nostro mondo frenetico, fare domande è diventato un gesto automatico.

È una forma di cortesia, un’abitudine. Ma ascoltare… ascoltare richiede tempo, presenza, attenzione.

E questo spesso manca.

E non manca solo verso gli altri, ma anche verso se stessi: meglio silenziare il proprio sentire e credere che così facendo, si possa evitare di soffrire, piuttosto che riconoscere dove meritiamo più amore ed attenzione.

Spesso le persone sono distratte, stanche, sovraccariche di stimoli. Fanno la domanda giusta per educazione, ma sono già con la mente altrove. Non perché siano cattive. Perché sono scollegate da sé stesse. E quando non siamo connessi a noi, difficilmente possiamo esserlo con gli altri.

Quando non veniamo ascoltati, ci sentiamo invisibili non visti, non accolti e questo, giorno dopo giorno, erode le relazioni, abbassa la fiducia, crea distanza. Ci si chiude, si smette di condividere. Si smette di fidarsi.

Eppure, tutti noi desideriamo essere ascoltati. Tutti vogliamo essere capiti, anche solo un po’ ma, di contro, la paura di scoprirci ed ascoltarci, ci avvicina di più a situazioni mediocri e superficiali.

L’ascolto vero è una rivoluzione silenziosa, rara. È una forma d’amore oltre che una forma di presenza profonda.

Ascoltare davvero significa guardare negli occhi. Fare silenzio dentro di sé. Non interrompere, ascoltare per capire non solo per rispondere, evitare di fare deduzioni o proiezioni sull’altro. Esserci, semplicemente senza voler “aggiustare” l’altro.

L’ascolto attivo è questo: presenza, empatia, accoglienza.

Detto questo, cosa possiamo fare per migliorare questo aspetto di noi? 

Possiamo essere quella persona che ascolta davvero. Quella che, quando chiede “Come stai?”, si ferma. Respira. Ascolta.

Ascoltare è un atto piccolo, ma potente. Porta guarigione. Crea connessione. Fa sentire l’altro importante, visto, vivo, accolto, protetto.

La prossima volta che fai una domanda, fermati un istante. Lascia il telefono. Respira. Guarda la persona che hai di fronte, dritta negli occhi, osserva le sue espressioni, il tono di voce, come si muove e tutto ciò che va oltre le parole.

Potresti essere l’unica persona che oggi, l’ha ascoltata davvero.

E tu? Ti senti ascoltato/a?

Un abbraccio sincero

Silvia

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La responsabilità delle proprie scelte con esercizio di Mindfulness

Cosa vuol dire per te prenderti la responsabilità delle tue azioni?

È importante riconoscere che siamo noi gli artefici delle nostre scelte e che ogni decisione ha delle conseguenze. Ciò è un grande atto d’amore fatto, in primis, verso di noi. Questo atto di consapevolezza non solo ci permette di crescere, ma ci libera dal vittimismo e ci aiuta a sviluppare una maggiore fiducia in noi stessi. Ci aiuta ad allenarci per divenire sempre più integri e consapevoli in ogni istante della nostra vita.

Spesso, ci ritroviamo a prendere decisioni non dettate dal nostro vero sentire, ma da influenze esterne: aspettative familiari, pressioni sociali, paure, credenze limitanti.

Per distinguere tra una scelta autentica e una dettata da fattori esterni, è essenziale imparare ad ascoltare il nostro corpo. Ogni emozione si manifesta a livello somatico: una decisione autentica può portare un senso di espansione e leggerezza, mentre una scelta imposta genera tensione, pesantezza o disagio.

Un aspetto fondamentale della crescita personale è coltivare questa consapevolezza corporea. Quando impariamo a riconoscere i segnali del nostro corpo, possiamo prendere decisioni più allineate con il nostro benessere e il nostro percorso di vita. Questo significa anche accettare che alcune scelte richiedono coraggio e che il cammino autentico potrebbe risultare scomodo, ma senz’altro ci può condurre verso una sempre più presente una crescita reale.

Vi do ora un breve esercizio di Mindfulness per riconnettervi al vostro nucleo.

Esercizio di Mindfulness:

1. Trova un posto tranquillo e siediti comodamente.

2. Chiudi gli occhi e porta l’attenzione al respiro, senza modificarlo. Nota semplicemente il ventre che si alza e si abbassa ad ogni inspirazione e ad ogni espirazione.

3. Porta alla mente una decisione che devi prendere o che hai preso di recente.

4. Osserva cosa accade nel tuo corpo: ci sono tensioni? Senti espansione o chiusura? Il respiro è fluido o bloccato?

5. Rimani in ascolto per qualche minuto, senza giudicare ciò che emerge.

6. Quando ti senti pronto, riapri gli occhi e rifletti su ciò che hai percepito.

Prendersi la responsabilità della propria vita significa anche concedersi il tempo di ascoltarsi profondamente, di regalarsi spazi autentici di riflessione e di stare da soli con il proprio se, staccando la spina dal mondo esterno, imparando a distinguere ciò che è un vero contributo per noi, da ciò che invece ci allontana.

Con affetto e gratitudine

Silvia