La strada che percorri

Sarà la strada giusta?

Quante volte te lo sei chiesto, spesso in silenzio, quando la vita ti ha mostrato una scelta, un bivio, un cambiamento.

Ma poi … giusta per cosa?

Per chi?

Questa domanda, se ti fermi davvero ad ascoltarla, ha il potere di farti rientrare in te.

Non c’è una risposta unica, valida per tutti.

Ogni strada ha un valore, quella che lasci, che scegli, che ripercorri e che cambi.

Perché è solo camminando, passo dopo passo, mettendo un piede davanti all’altro, che puoi scoprire cosa ti appartiene e cosa invece ti sei portato dietro per abitudine, per compiacere, per paura.

È solo attraversando i paesaggi — quelli della vita e quelli interiori — che inizi a sentire davvero cosa ti nutre e cosa no.

Non puoi scegliere in modo consapevole se non hai provato un’esperienza sulla tua pelle.

Che consapevolezza puoi avere oggi che cambierebbe tutto, se solo la scegliessi?

Se non dovessi giudicarti mai più, che strada ti sentiresti libero di percorrere?

A volte si tratta solo di concedersi il permesso di esplorare.

Altre volte, di lasciar andare.

Ogni direzione che hai preso finora ha portato un messaggio e ogni deviazione ha svelato qualcosa in più di te.

E forse, proprio in questo continuo sentire e scegliere, si nasconde la vera “strada giusta”: quella che cambia mentre tu cambi, quella che ti assomiglia ogni giorno di più.

🌿 Se senti che è il momento di tornare in contatto con te, il corpo e il tuo sentire, ti aspetto in studio, per accompagnarti con strumenti di ascolto profondo e trattamenti pensati per riportarti al centro.

✨ Ogni sessione è uno spazio dove ritrovare la tua direzione. Ti aspetto.

Con presenza

Silvia

Il bambino … radiante

Chi di voi conosce Haring? Io non ho nessun tipo di conoscenza artistica, ma quando mi hanno parlato di quest’opera e del suo significato, ne sono rimasta affascinata.

Questo simbolo raffigura un neonato a quattro zampe, con linee di energia che si irradiano dal corpo. È un disegno dai tratti semplici, un’opera che se stampata in bianco e nero su un foglio, un bambino può provare a dipingerla e/o colorarla ed è molto facile da riprodurre: tanto semplice quanto carica di significato.

Per Haring era “il simbolo più positivo della vita”, e lo usava anche come firma, mettendolo spesso vicino al suo nome.

Ciò che quest’opera rappresenta è purezza ed innocenza assieme, e quindi l’essenza più pura dell’essere umano; le linee che irradiano attorno al corpo del bambino simboleggiano energia, luce e potere vitale. Per Haring, il bambino era una figura quasi sacra, potente nella sua semplicità.

In un senso più profondo quest’opera rappresenta la rinascita spirituale, il ritorno all’essenza originaria dell’essere, all’importanza dell’infanzia ed al rispetto della vita.

Per questo ho deciso di appenderla nella sala d’attesa del mio studio!!! (Quando verrete a trovarmi potrete ammirarne la bellezza).

Vi starete chiedendo il motivo per cui ho fatto un preambolo così denso e dettagliato di quest’opera … ebbene, volevo portare la vostra attenzione alla cura e all’amore che siamo tanto abituati a dare all’esterno di noi, mentre siamo quasi incapaci di proiettare attenzione, cura rispetto ed amore, in primis, verso noi stessi.

Ci viene insegnato che per stare bene bisogna aiutare il prossimo, ma non ci insegnano che prima di poter nutrire qualcun altro, dobbiamo essere sazi noi.

Un po’ come voler versare un bicchiere d’acqua da una caraffa vuota oppure offrire un pezzo di pane da un cestino vuoto …. Non è ovviamente possibile.

Come si può uscire da questa idea distorta della relazione d’aiuto?  

Il concetto è tanto semplice quanto difficile da applicare ma non impossibile: ci vuole solo allenamento. Prima di tutto riconoscere il proprio valore così da riempire la propria brocca o il proprio cestino: spesso, dietro il bisogno di aiutare gli altri e quello di proiettare l’attenzione all’esterno, c’è l’intento di evitare il proprio mondo, non riconoscendo dove si ha necessità di migliorarsi, di evolvere e di fare “pace”. In secondo luogo si ha timore di essere giudicati e disprezzati.

È qui che far emergere il coraggio di “sentire” ciò che si vuole, aprendo gli occhi in modo onesto e sincero verso noi stessi, può dare una svolta importante e significativa nella propria vita.

Il meglio che puoi fare è scegliere di essere completamente TE, smettendo di tenere in piedi e convalidare il punto di vista degli altri su di te.

Quali possibilità puoi scegliere ora per nutrire davvero te stesso/a?

Con gratitudine

Silvia

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Comunicazione efficace

Cos’è per voi una “buona comunicazione”?

E cosa vuol dire per voi, una “buona comunicazione di coppia”?

Una comunicazione di coppia efficace, si può definire tale, quando entrambi i partner capiscono esattamente ciò che l’altro intende trasmettere.

Per far si che ciò accada, la comunicazione dev’essere chiara e comprensibile da entrambi, attivando un ascolto attivo ed interessato.

Tra le diverse tipologie di comunicazione, merita sicuramente di esser citato, il MODO in cui noi comunichiamo con il partner, sia che si tratti di parole, del tono della voce o della mimica corporea.

E’ più incisivo il “come” comunichiamo qualche cosa, piuttosto che la parola stessa.

Ad esempio, se vogliamo dire ti amo al nostro partner, il nostro atteggiamento corporeo sarà delicato, morbido, desideroso da offrire un caldo abbraccio ed un dolce bacio, il tono di voce contenuto ed accogliente. Se invece, il ti amo viene detto con un tono di voce alto, guardando da lontano, girandoci verso altro da fare, è chiaro che il valore di quella parola è nettamente inferiore al modo precedente. Anzi, potrebbe pure infastidirci e addirittura piantare dentro di noi il seme del dubbio che il nostro partner ci ami veramente.

Qui di seguito, desidero elencare 3 punti fondamentali per riuscire a mantenere un buon livello comunicativo:

1. Ascolto profondo di noi come singoli.

Con ascolto profondo di noi, intendo il capire COSA vogliamo comunicare ed aver chiaro il COME vogliamo farlo.

Siate sempre gentili e comunicate partendo da voi, senza un atteggiamento giudicante verso l’altro.

Se siamo arrabbiati, prendiamoci il tempo di respirare e di chiarirci le idee.

E’ meglio troncare una comunicazione dicendo: “Ora sono troppo arrabbiato per parlarne e quando sarò pronto verrò io da te”, piuttosto che continuare la conversazione portandola a livelli di massima incomprensione, dove l’unico obiettivo è quello di avere unicamente ragione, senza minimamente considerare l’altro.

2. Scambio dei ruoli

Una tecnica interessante da provare, è provare lo scambio dei ruoli: il gioco consiste nel ricoprire reciprocamente i panni dell’altro, comportandosi esattamente come la persona è solita a fare (modo di parlare, il tono della voce, le parole più usate).

Attuando questa tecnica, vedendosi quindi riflesso nell’altro (come in uno specchio) è più facile rendersi conto di come si venga percepiti all’interno della coppia.

Quest’azione, perpertuata nel tempo, aiuta i partner a sviluppare una maggiore empatia e capacità di sintonizzarsi sull’altro.

3. Ascoltare con l’intenzione di capire l’altro.

Come citato pocanzi, il nostro partner è come uno specchio: ciò che vediamo in lui è anche dentro di noi. Evitiamo quindi di leggere in lui/lei il nostro vissuto, i nostri pensieri e le nostre deduzioni.

Limitiamoci ad ascoltare attivamente ciò che ci vuole dire, facendolo finire di parlare e, se necessario, ripetere ciò che ha detto per avere la certezza di aver capito con esattezza ciò che intendeva dire.

Questa si chiama comunicazione efficace, in quanto si prova realmente a capire cosa pensa e prova il nostro partner.

L’altra persona è sempre il nostro specchio: se noi in quel momento proviamo determinate emozioni (felicità, stanchezza, rabbia, gioia) le vediamo riflesse anche nell’altro e rischiamo di travisare le informazioni reali ed oggettive.

Non abbiate timore di mettere a nudo ciò che provate: siate coerenti ed in linea con il vostro sentire, senza “raccontarvi” la storia del lupo. Comunicate come state e fatelo a cuore aperto, in modo genuino: è la cosa migliore che possiate fare per aumentare il legame tra voi.

E dall’altra parte, chi accoglie questo “sentito” lo dovrà fare con cura e gentilezza: in quel momento state maneggiando il cuore della vostra metà: trattatelo con tenerezza, affetto ed amore. Vi ringrazierà.

Negli alti e bassi che si possono presentare quotidianamente, esprimere amore verso se stessi e verso l’altro, attiva tutta una serie di azioni positive che, giorno dopo giorno, si consolidano, rinforzando sempre di più le solide fondamenta già esistenti.  

Questi sono solo alcuni spunti di riflessione, che hanno l’obiettivo di sensibilizzarvi su questa tematica estremamente importante.

Una comunicazione efficace vi porta lontano e vi fa crescere sia come coppia che come individui singoli.

C’è una netta differenza tra parlare e comunicare.

Spero vivamente che questi consigli siano stati utili e vi abbiamo aperto prospettive diverse.

Per qualsiasi chiarimento, confronto, o aiuto, sono a disposizione per creare un percorso di accompagnamento adatto alle vostre esigenze. Regalatevi un sicuro balzo in avanti nella qualità del vostro rapporto.

Troverete tutti i miei contatti qui.

Con affetto

Silvia