Tu chiamale se vuoi …. Elucubrazioni

Quante volte ci ritroviamo intrappolati nei nostri stessi pensieri, in un vortice di elucubrazioni mentali che sembrano non avere fine? Analizziamo, soppesiamo, giudichiamo, fino a perdere il contatto con quello che davvero sta accadendo dentro di noi. E se invece provassimo a fermarci e ad ascoltare profondamente il nostro corpo?

Il corpo ha un linguaggio chiaro e sincero. Ogni tensione, ogni brivido, ogni respiro trattenuto è un messaggio che attende solo di essere colto. Quando una situazione ci mette a disagio, il nostro corpo reagisce prima ancora che la nostra mente razionalizzi l’evento. Spesso, però, siamo così abituati a ignorarlo o a sovrapporre i nostri giudizi e le nostre paure, che finiamo per soffocare quella verità profonda che già conosciamo.

Le elucubrazioni nascono quando cerchiamo di trovare un senso a qualcosa che, in realtà, non ha bisogno di essere spiegato, ma solo riconosciuto. La sincerità verso noi stessi è un atto di grande coraggio: significa smettere di raccontarci storie, di giustificare situazioni che non ci fanno bene, di aderire a punti di vista che non ci appartengono. Significa abbassare le barriere e osservare senza filtri ciò che è.

Quante volte abbiamo costruito delle limitazioni basandoci su idee, credenze o paure che non sono nemmeno nostre? Magari ci è stato detto che dobbiamo essere in un certo modo per essere accettati, che non possiamo fare determinate scelte perché non è “normale”, che non siamo abbastanza. E se invece tutto questo non fosse altro che un’illusione? E se potessimo liberarci da questi confini autoimposti e scoprire che siamo molto più di quello che abbiamo sempre creduto?

Abbassare le barriere non significa essere vulnerabili nel senso di deboli, ma al contrario, significa essere aperti, presenti, in contatto con la propria essenza. È un atto di amore e nutrimento verso noi stessi. Quando smettiamo di nasconderci dietro le nostre elucubrazioni e iniziamo ad ascoltarci profondamente, la vita diventa più leggera, più fluida, più nostra.

Tu chiamale se vuoi… elucubrazioni. Oppure, scegli di ascoltare davvero.

E se fossi molto più potente di quanto hai mai creduto possibile?

E se la tua unicità fosse il tuo più grande dono al mondo?

Tu puoi, se vuoi.

Un abbraccio

Silvia

Attila? Nono … è mio figlio di 2 anni :/

Cari genitori, che dire di questo meraviglioso periodo evolutivo del bambino? Si … lo so che tanti di voi hanno sgranato gli occhi leggendo l’aggettivo “meraviglioso” … ma dovete sapere che il bambino, attorno ai due anni, comincia la costruzione della sua identità, formando un’immagine di sé che è distaccata dall’adulto, mettendo in pratica, anche grazie allo sviluppo del linguaggio, il suo potere decisionale.

È il periodo più temuto dai genitori perché, la risposta più amata dal bambino sarà la parola NO.

Si lo so. Vi vedo in quei momenti, e vi capisco. Voi cercate collaborazione e di tutta risposta, vi sentite dire continuamente NO e, in automatico, tendete a percepire il tutto come una sfida ed una continua ribellione.

Chiariamo subito una cosa: ogni momento di vita è evolutivo e, il bambino di 2 anni è puramente istintivo, non avverte ancora la sensazione di pericolo e va avanti come un treno, noncurante delle conseguenze.

E’ l’adulto che ci deve mettere buonsenso in ogni scelta che fa o in ogni cosa che dice: tenete sempre presente che siete e sarete sempre un esempio per i vostri figli e, di conseguenza, quando diventeranno adulti, agendo in base al vostro modello educativo.

Vi siete mai chiesti perché le ribellioni vi provocano sentimenti di rabbia e/o paura? È importante lavorare su se stessi cercando di avere, per quanto sia possibile, un distacco emotivo onde evitare di interagire con loro in tutta risposta istintiva pescando da vecchi modelli nei quali siete stati educati voi, invece che far intervenire la ragione.

È importante essere un faro nel buio dei nostri bambini. Sono nati con grandi capacità di apprendimento, ma devono essere accompagnati nel loro percorso evolutivo. I cuccioli di giraffa imparano a camminare un’ora dopo la nascita mentre i nostri figli impiegano tra i 10 mesi e più prima di camminare.

È importantissimo costruire delle basi solide e sicure ai nostri bambini, soprattutto nei primi anni di vita.

 Se li fate crescere in un ambiente ricco di privazioni limitazioni e urla, secondo voi, da chi andranno quando si sentiranno smarriti o bisognosi di un consiglio? Da chi gli ha trasmesso sicurezza e fiducia o da chi li ha fatti sentire inadatti?

Ai genitori che si rivolgono a me, consiglio sempre di seguire il proprio istinto, il proprio sentito e capire come mai diamo delle limitazioni: sono nostre derivanti dall’educazione che abbiamo avuto, o c’è veramente una situazione di pericolo dove dobbiamo intervenire?

Io stessa come mamma mi sono osservata ed ascoltata molte volte per capire se la strada che stavo percorrendo era per il bene del bambino o per mettere a tacere un mio bisogno.

Quindi, care mamme e cari papà, il mio intento è solo quello di sensibilizzarvi all’ascolto profondo di voi stessi, e osservare con consapevolezza i sentimenti che emergono dentro di voi e le situazioni nelle quali vi trovate.

Vi invito a leggere i temi che vengono affrontati negli incontri di Educarsi per Educare che organizzo mensilmente, sia in presenza che online.

Un abbraccio

Silvia