Nutrimento ed emozioni: vademecum
Nel precedente post, ho parlato dell’aspetto emotivo del nutrimento e, come vi avevo già anticipato, in questo articolo parlerò di alcune regole base interessanti da prima di iniziare lo svezzamento.
Come favorire un buon rapporto con il cibo?
- La prima domanda da fare a noi stesse è: sono un buon esempio alimentare? E’ in famiglia che si prendono le buone abitudini, ed è proprio per questo che vi consiglio vivamente di essere il primo buon modello alimentare per i vostri figli e vedrete che prima o dopo, anche loro seguiranno le vostre orme.
2. Meglio pianificare o lasciarsi sorprendere? Nel momento in cui vi nutrite bene e con regolarità ed il il bambino sta bene e cresce regolarmente, non preoccupatevi troppo di quello che sceglie di mangiare fuori dall’ambiente familiare(ristoranti / casa di amici / asilo). La vostra base solida di partenza in casa, verrà arricchita dall’esperienza esterna dove, una volta ogni tanto, ci si possono concedere alimenti che comunemente non si mangerebbero.
E sapete perché?
Perché se da una parte è vero che il vostro intento è creargli una più varia e completa alimentazione, dall’altra viene caricato troppo l’aspetto emotivo nella misura delle aspettative.
Questo, a lungo andare può causare stress emotivo.
3. L’importanza di un ambiente emotivo sereno
Perché è importante un ambiente il più sereno possibile? Perché anche se la mente umana è in grado di ripristinare in autonomia l’equilibrio emotivo per la serenità complessiva e creare quindi un buon legame tra l’azione del mangiare ed il nutrimento stesso (di spirito e corpo), cibarsi in un ambiente conflittuale, può creare degli ostacoli.
Ora v’invito a riflettere facendovi due domande:
Cosa c’è a livello emozionale nel vostro nutrimento?
Come mangiavate da piccole e che emozioni provavate?
4. E se il bambino non MI mangia?
Semplice, lasciate perdere.
Imporre, forzare o far mangiare il bambino con qualche trucchetto (areoplanino, trenino, cantando ecc), non fa altro che distrarlo dall’atto del mangiare e quindi, l’imprinting che si crea nella sua testa sarà di un nutrimento inconsapevole. Evitate anche di corrergli dietro pur di farlo mangiare: è faticoso per voi e frustrante per entrambi.
Il cibo si assume a tavola tutti assieme. Quando il bambino avrà fame, mangerà senza nessun trucchetto esterno, ma ascoltando con naturalezza il suo bisogno, riconoscendolo.
5. Accettate la situazione così com’è
Indipendentemente da quanto e cosa mangerà vostro figlio, fatelo sentire accolto e amato, in completa assenza di giudizio. Così facendo si creeranno dei collegamenti positivi con il nutrimento e la sua capacità di autoregolazione non verrà mai alterata.
6. Soddisfare i bisogni emotivi ed evitare il cibo come gratificazione
Un consiglio che do sempre alle mamme, è quello di evitare di soddisfare i bisogni emotivi del bambino (quando si fa un po’ di male, quando ha avuto una discussione, quando si sveglia di notte…) con il cibo (o con il seno) e non usate il cibo come gratificazione. Questo è importante per evitare di creare un collegamento con stato d’animo e nutrimento.
Vi faccio un esempio.
Se ogni volta che il bambino piange o prova tristezza, gli offrite del cioccolato, a lungo andare sentirà il bisogno di mangiare cioccolata tutte le volte che prova quella determinata emozione.
7. Chi deve scegliere cosa può mangiare il bambino?
E’ consigliabile far scegliere sempre al bambino cosa mangiare, se mangiare ed infine proporgli 2 pietanze tra cui scegliere.
Date sempre delle alternative al bambino qualsiasi età abbia: patata schiacciata con vicino carotine bollite da poter prendere e sperimentare con le mani, o se più grandino: vuoi la pasta con il ragù o con il pesto?
E se fuori casa desidera mangiare un gelato al cioccolato per merenda, o una brioches mentre voi sorseggiate un caffè in serenità al bar, o patatine ad un compleanno, permetteteglielo.
Seguendo una buona linea alimentare in casa, non sarà lo sgarro a creare disequilibrio.
8. Novita’ in tavola?
La mia risposta è assolutamente SI ma ad una condizione:
le nuove pietanze, dovete tenerle per voi e se sono buone comunicarlo ad alta voce con espressività, ma aspettate che sia il bambino a chiederle. Non proponeteglieli neppure per un assaggio, senza la loro richiesta.
Frutta e verdura fresca? Si! Sempre!
Tenete sempre a portata di mano pezzettini di verdura e frutta fresca o di frutta secca e fategli vedere che le sgranocchiate. Quando sarà pronto, ve le chiederà.
9. Che bello mangiare da solo!
Lasciate che mangino il più possibile da soli e lasciate che, nei primi anni, tocchino il cibo con le mani e che lo annusino, lo spalmino, lo vivano!
10. Che bello cucinare con mamma!
Coinvolgeteli nella preparazione dei cibi e divertitevi a creare delle composizioni grafiche, ponendo l’attenzione esclusivamente sull’esperienza non sul prodotto finito. Ciò creerà un buon collegamento di base con il cibo e vedrete che soddisfazione avrà il vostro bambino nel lavorare il suo impasto della pizza, farcirlo e vederlo trasformare in cottura per poi mangiarlo. I suoi occhietti s’illumineranno di felicità.
Questi sono solo alcuni spunti di riflessione, che hanno l’obiettivo di sensibilizzarvi e di tranquillizzarvi su tutto ciò che gira attorno ad un semplice “cucchiaino ricco di pappa da mangiare”.
Spero vivamente che questi consigli siano stati utili anche per voi.
Per qualsiasi chiarimento, confronto, o aiuto, sono a disposizione per creare un percorso di accompagnamento adatto alle vostre esigenze.
Troverete tutti i miei contatti qui.
Con affetto